Cropped image of depressed man at the psychotherapist. Doctor is making notes while listening to his patient

Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)

Secondo recenti indagini il numero di ragazzi DSA si aggira attorno al 3%-5% della popolazione scolastica (fonte Annali della Pubblica Istruzione 2/2010). La legge italiana è andata in aiuto a questa situazione promuovendo ed individuando una serie di opportunità sia per il ragazzo che per la scuola. Infatti grazie alla legge 170/2010 sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento i ragazzi con DSA si vedono finalmente riconosciuto il diritto di potere apprendere grazie all’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative adeguati alle potenzialità che possiedono.

Cosa si intende per DSA?

I DSA sono difficoltà che interessano specifici domini di abilità a fronte di un’adeguata istruzione, di intelligenza nella norma e in assenza di deficit sensoriali (visivi o uditivi). In particolare i DSA sono:

  • Dislessia: disturbo specifico della decodifica della lettura (in termini di velocità e accuratezza), quindi la lettura è più lenta e/o meno corretta delle aspettative, in base all’età o alla classe frequentata.
  • Disortografia: disturbo specifico della scrittura di natura linguistica, in termini di un numero significativamente maggiore di errori di ortografia rispetto all’età e alla classe frequentata.
  • Disgrafia: disturbo specifico della scrittura di natura grafomotoria, in termini di scrittura poco leggibile.
  • Discalculia: disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo, soprattutto nell’acquisizione degli automatismi del calcolo a mente e del recupero di fatti aritmetici (tabelline).

Come avviene la valutazione?

Per diagnosticare la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia vengono utilizzati dei test specifici e standardizzati, che consentono la misurazione sia dell’abilità compromessa che del funzionamento intellettivo. La valutazione permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni, come colpevolizzare il bambino (“non impara perché non si impegna”) o attribuire la causa a problemi psicologici. Si tratta di errori che comportano sofferenze, frustrazioni e scoraggiamento nel bambino. Ottenuta la diagnosi, si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti come disporre di tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti e/o l’utilizzazione della calcolatrice o del computer.

Per saperne di più https://www.aiditalia.org

 ADHD – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

 l Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. L’ADHD si esprime attraverso numerosi sintomi collocati all’interno di tre dimensioni, attenzione impulsività e iperattività, ognuna delle quali contribuisce ai problemi di apprendimento e adattamento nei diversi contesti di vita. La disattenzione e l’impulsività sono caratteristiche riscontrabili in un ampio range di disturbi psicopatologici in età evolutiva, come ad esempio nei disturbi d’ansia, nella depressione e nei disturbi del comportamento.  È normale per i bambini essere pieni di energia, impulsivi (agire senza considerare la conseguenza delle loro azioni) e disattenti. Tuttavia per alcuni bambini e adolescenti, il livello di attività, le difficoltà nel controllare l’impulsività e l’attenzione sono talmente pervasivi da impedirgli di stare al passo con le richieste della società (a scuola, a casa e/o nello sport).

Quando si presentano i sintomi?

I sintomi dell’adhd sono presenti prima dei 7 anni di età ma con l’ingresso nelle scuole elementari diventano più evidenti e problematici proprio perchè è nel contesto scolastico che vengono apprese le prime regole, la distribuzione del tempo e dei compiti.

Come avviene la valutazione?

La valutazione dei disturbi del comportamento e dell’ADHD è di tipo multimodale, cioè un percorso di valutazione che implica la somministrazione di test/questionari specifici non soltanto al bambino ma anche alla famiglia e alla scuola, quali contesti nei quali si presentano i comportamenti “problematici”.

Per saperne di più https://www.aidaiassociazione.com